Covid, Lombardia perdita di 3 miliardi per ristoranti e agriturismi nel 2021

Con la brusca impennata dei contagi che ha tagliato le vacanze e le uscite fuori casa a fine anno, la spesa degli italiani in bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi della Lombardia nel 2021 si è ridotta di circa 3 miliardi di euro rispetto a prima della pandemia nel 2019. È quanto stima la Coldiretti regionale sulla base del bilancio di fine anno sui consumi alimentari fuori casa elaborato a livello nazionale dalla Coldiretti, dal quale emerge che la spesa degli italiani in bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi risulta pari nel 2021 a circa 60 miliardi di euro, in calo di oltre 20 miliardi sul 2019 pre Covid, nonostante l’aumento rispetto al 2020. Una situazione di difficoltà del settore che si trasferisce a cascata anche sulle aziende fornitrici di prodotti agricoli e alimentari.

Il recupero che si è verificato rispetto al 2020 per effetto soprattutto dei buoni risultati estivi non è stato purtroppo mantenuto negli altri periodi. A livello nazionale solo il 14% dei cittadini ha deciso – rileva la Coldiretti – di festeggiare il Capodanno fuori al ristorante, in trattorie e negli agriturismi che in Lombardia hanno sofferto per le disdette last minute per pranzi, cenoni e anche per gli alloggi.

“Ricorderemo queste festività di fine anno per le cancellazioni dell’ultimo secondo – afferma Massimo Grignani, presidente Terranostra Lombardia, l’associazione per l’agriturismo e l’ambiente promossa da Coldiretti – Tra casi di positività, contatti con persone positive, mancanza di super green pass, in quest’ultimo periodo dobbiamo fare i conti con chiamate di disdetta per tavoli e camere che arrivano sempre più sotto data.

Non è una situazione semplice da gestire: c’è chi ha deciso di chiudere, chi di puntare sull’asporto, ma c’è anche chi ha scelto di rimanere aperto e continuare a fornire un servizio nel rispetto di tutte le normative anti contagio, per garantire la massima sicurezza sia ai consumatori sia a chi lavora nelle nostre strutture”. Gli agriturismi – ricorda Terranostra Lombardia – si trovano in campagna, lontano dagli affollamenti e con spazi adeguati a tavola e un numero contenuto di posti letto. 

Per questo sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

A livello nazionale – continua la Coldiretti – si registra peraltro il boom  delle consegne a domicilio favorito dal crescente numero di italiani in isolamento o in quarantena, senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori. Una balzo tuttavia del tutto insufficiente a coprire le perdite.

La situazione di difficoltà non coinvolge solo le 360mila realtà della ristorazione lungo tutta la Penisola ma si fa sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini soprattutto nelle località turistiche per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti nazionale – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

Il risultato è che sono mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione per un valore di circa 5 miliardi rispetto a prima della pandemia che  – conclude la Coldiretti nazionale – colpiscono ben 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari presenti nella filiera agroalimentare italiana.

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